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Domande frequenti

Col crescere del turismo montano, capita sempre più spesso di avere a che fare con clienti privi della benché minima cultura della montagna e dell’ambiente, con aspettative distorte nei confronti dei servizi che il “Questa” può erogare… col risultato di essere bersagliati da critiche talora ingenerose, se non apertamente offensive degli sforzi che compiamo per mandare avanti il rifugio. Un gioco al massacro al quale non vogliamo stare.

Senza troppi giri di parole, di certi clienti facciamo volentieri a meno. Per questo motivo abbiamo approntato le seguenti domande frequenti (FAQ): chi conosce il vero spirito della montagna, troverà le risposte del tutto naturali, e probabilmente riterrà alcune delle domande alquanto stupidine (e avete ragione, eppure ognuna di esse riguarda circostanze realmente accadute). Gli altri, invece, potranno trarre le opportune conclusioni sull’inopportunità di salire al “Questa”.

Perché il Rifugio Questa ha una struttura così “spartana”?

Perché non è nato come rifugio. Il Rifugio Questa era originariamente una casamatta militare, costruita oltre un secolo fa per ospitare temporaneamente dei soldati e qualche munizione. Non è stato pensato per accogliere turisti, escursionisti o famiglie. È stato adattato nel tempo, ma la base è quella: un edificio storico con limiti evidenti e non facilmente modificabili.


Ma non potete ristrutturarlo per renderlo più moderno?

Non è così semplice. Trattandosi di una struttura storica inserita in un’area protetta, ogni intervento deve rispettare rigide normative (chi ha mai eseguito lavori avendo a che fare con vincoli naturalistici, paesaggistici e culturali sa bene di cosa parliamo). Poi, anche volendo, stravolgere il rifugio, che si inserisce in modo armonico e discreto in un ambiente incredibile, sarebbe un errore culturale e ambientale.


Ma chi c’era prima non poteva fare qualcosa?

Il rifugio è stato coinvolto in una lunga vertenza legale, durata decenni, che ha reso difficile perfino capire chi ne fosse il vero proprietario e chi dovesse prendersi carico di eventuali lavori: in un tale limbo, nessuno ha investito soldi e tempo col rischio poi di non poterne godere. Se sei curioso, basta una rapida ricerca online per trovare articoli di stampa che parlano di questa annosa vicenda.


La gestione attuale cosa ha fatto per migliorare il rifugio?

Molto, considerando i limiti. In pochi anni:

  • Sono state aggiunte casette di legno (con tetto trasparente per ammirare il cielo stando comodamente coricati) nei dintorni per aumentare la ricettività.
  • È stato installato un paravento per rendere più vivibile lo spiazzo esterno, che è stato ampliato.
  • Si è rinnovato e potenziato l’impianto fotovoltaico, integrato con la posa di una pala eolica.
  • È stato messo in opera un potabilizzatore per garantire sempre acqua pulita ai rubinetti.
  • Vengono via via installati i vetri doppi alle finestre.
  • Ora è possibile anche fare una doccia calda (entro certi limiti), cosa non scontata in un rifugio alpino.

Perché è così complicato fare lavori lì?

Perché siamo a oltre 2000 metri di altitudine e le strade carrabili si fermano molto più a valle. Ogni materiale deve arrivare a spalla, a dorso di mulo, oppure in elicottero. E non proviamo nemmeno a computare l’eventuale costo per operai e tecnici qualificati. Questo rende anche il più piccolo intervento logisticamente complesso e molto costoso.


I letti e le camerate sono scomodi? Perché non posso dormire per conto mio?

Sulla comodità la risposta può essere soggettiva… per il resto, proprio per la natura stessa del rifugio, si deve mettere in conto di potersi ritrovare in camerette o camerate non particolarmente ampie, con poco spazio e accanto ad altre persone. Oppure dovendo avere a che fare con la salita e discesa da letti a castello. In ogni caso, è importante essere nel “mood” di accogliere lo spirito di frugalità, condivisione e socialità che è parte sostanziale dell’essere in un rifugio alpino.


Perché non ho potuto dormire con i miei compagni di camminata?

Per essere economicamente sostenibile, il rifugio deve puntare sempre a occupare tutti i posti letto disponibili. Di riflesso, soprattutto in alta stagione, tra l’opzione (ad esempio) di ospitare tre persone in una cameretta da sei o completare i letti liberi di una stanza con altri ospiti, abbiamo scelto questa seconda soluzione. Questo ci permette di accogliere al meglio tutte le prenotazioni.


Perché i bagni sono così spartani e condivisi?

Nuovamente, il motivo sono le caratteristiche strutturali del rifugio stesso, che abbiamo ampiamente spiegato. Non è tecnicamente possibile ricavare servizi igienici più grandi. Né, meno che mai (sì, lo sappiamo che sembra ridicolo doverlo dire, ma tant’è) mettere un servizio per ogni posto letto.


Al rifugio il cellulare prende? Fornite connessione wi-fi?

La copertura della rete mobile è quasi nulla: a spanne, possiamo dire che Tim e gli operatori che si appoggiano alla relativa rete qua e là prendono, Vodafone quasi per niente. Non possiamo fornire connettività wi-fi: la linea internet del rifugio serve esclusivamente per gestire i nostri terminali e per chiamate d’emergenza. La banda è molto ridotta, si riduce ulteriormente in caso di meteo avverso: non è tecnicamente possibile condividere la connessione con i clienti.


Ultima cosa: perché pubblicate queste domande?

Perché siamo stanchi di dover ribadire gli stessi concetti ogni volta. Non pretendiamo che tutti ci diano recensioni da 5 stelle, non chiediamo che tutti ci osannino, siamo aperti alle critiche… a patto che siano consapevoli e costruttive. Non accettiamo invece “osservazioni” sconnesse dalla realtà.

Non gestiamo il rifugio con l’intento di arricchirci o, peggio, speculare. Al di là del normale obiettivo di “far quadrare i conti”, che è la base di qualunque iniziativa economica nel rispetto delle regole, tenere aperto il “Questa” è un servizio che rendiamo agli amanti della “montagna vera”, per offrire loro la migliore accoglienza possibile in un territorio magico.

Già, guardatevi intorno. Riempitevi gli occhi, l’anima, il cuore. Dalle acque azzurrissime del Lago delle Portette al vallone del Valasco, fino alle vette che si stagliano tutto intorno. Stare al Questa è un’esperienza unica, di panorami e vedute difficilmente trovabili altrove. E che pochi altri rifugi possono vantare.

A cospetto di ciò, davvero ha un senso accampare pretese sulla struttura? O sul letto che non è soffice quanto vorreste? O sul non avere servizi igienici di dimensioni olimpiche? La risposta, se amate davvero la montagna e capite il nostro spirito, dovrebbe essere scontata… in difetto, non possiamo che invitarvi a stare a casa o accontentarvi di certi pseudorifugi che offrono servizi alberghieri.

Nel qual caso, beh, cosa vi perdete…