Il Rifugio Emilio Questa sorge a 2388 m s.l.m. nel territorio comunale di Valdieri (CN), su un dosso roccioso lungo la sponda nord del Lago delle Portette, uno dei maggiori bacini lacustri glaciali della zona. Sull’ampia conca circostante svettano le cime delle Portette, del Claus e del Prefouns. La posizione è privilegiata, nel cuore del Parco Naturale delle Alpi Marittime, e sovrasta il piano di Valasco, con al centro l’ex Casa di Caccia Reale; a occidente si stagliano il monte Matto e la Cresta Savoia.
La sua storia inizia nel 1880, quando presso il Lago delle Portette viene edificata una “truna” (edificio seminterrato con struttura ad arco, atto a ricovero per militari), poi convertita in una vera e propria casermetta, intitolata al capitano Eugenio Cappa, medaglia d’argento del I Reggimento Alpini, deceduto sul Monte Campigoletto nel giugno 1917. La costruzione rientrava nel quadro del complesso sistema di fortificazioni e presidi volti a controllare questo lembo di frontiera italo-francese, di cui sopravvivono tuttora tantissime vestigia nelle vallate circostanti. Uno dei risvolti più “apprezzabili” dell’originaria funzione militare è indubbiamente la formidabile posizione panoramica.
Nel 1925 l’edificio, ritenuto non più necessario a scopi militari, viene ceduto alla sezione ligure del Club Alpino Italiano, che lo adibisce a rifugio (la gestione è proseguita ininterrottamente per 93 anni, fino al 2018); il 28 giugno viene inaugurato e intitolato formalmente alla memoria dell’alpinista genovese classe 1878, autore della prima scalata all’omonima punta alpina, nonché del monte Contrario, compagno di cordata di Lorenzo Bozano e Bartolomeo Figari, cofondatore del Club Alpino Accademico Italiano ed autore della prima guida alpinistica delle Alpi Apuane, morto l’8 settembre 1906 durante un’ascesa all’Aiguille Centrale d’Arves.
Nuovamente requisito a scopi militari negli anni ’40, il rifugio riapre al pubblico nel 1950; da allora l’attività non si è più fermata. Ulteriori ammodernamenti e ampliamenti sono stati effettuati nel 1952 e tra il 1986 e il 1983, conferendo infine all’edificio l’attuale struttura. Nel 2018 la gestione CAI si è conclusa e la proprietà del rifugio è passata in mani private.
Da decenni il “Questa” è un punto di riferimento storico e basilare per escursioni e gite di varia difficoltà nell’alta Valle Gesso, nonché per scalate di ogni livello e l’ascesa alle cime circostanti. Tutt’intorno regna sovrana la natura incontaminata delle Alpi Marittime: camosci, stambecchi, marmotte e il raro gipeto sono presenze costanti. Lasciatevi incantare dai contrasti del panorama (che nelle giornate più terse si spinge fino al Bernina e al Gran Zebrù), dove il bianco delle rocce si fonde col turchese dell’acqua del lago e col verde della vallata sottostante.
In tutto ciò, il rifugio ha sempre mantenuto la propria struttura semplice e discreta, non “chiassosa” e perfettamente integrata nel paesaggio circostante: non lo scorgerete da lontano, anzi, lo scoprirete quasi alle ultime curve della vostra camminata. Ed è sempre pronto ad accogliere, nella sua curata essenzialità, sia coloro che desiderano riposo nella quiete, sia chi cerca nella fatica un riposo ancora più forte, per respirare quell’atmosfera autentica di “montagna vera”. Nell’ampia sala da pranzo al pianterreno, arredata con mobili in legno, o sui tavoli del dehors, si possono gustare le migliori specialità della cucina piemontese, oppure semplicemente usufruire del bar e riposarsi (info ristoro). Per chi vuole fermarsi anche la notte, sono disponibili quattro camerate suddivise su due piani e alcune capannine indipendenti “open space” (info pernottamenti); vi è infine un locale invernale, accessibile anche a rifugio chiuso, a beneficio degli escursionisti. Presso lo stabile è anche ricavata una “piattaforma” rocciosa piana adibita ad eliporto, ad uso precipuo dei servizi di sicurezza e soccorso.
Il rifugio è inserito in diversi itinerari escursionistici locali e internazionali, di varia difficoltà e dalle differenti caratteristiche; molti altri, pur non toccando direttamente il “Questa”, sono vicini e facilmente raggiungibili. Qui tutte le informazioni.
Il gestore
Dal giugno 2021 il rifugio è gestito da Marco Bassino. Di lui, classe 2001, originario di Borgo San Dalmazzo, si può dire senza retorica che abbia la montagna nel sangue, e i dintorni del Valasco in particolare. Qui infatti la sua famiglia ha da tempo una piccola baita e qui il fratello Matteo, ogni estate, porta le greggi in alpeggio… per non parlare della sorella Marta, asso dello sci alpino italiano, che proprio sulle alpi cuneesi (di cui è orgogliosamente testimonial) ha maturato il suo talento. Sicché, un anno dopo la maturità, quando si è presentata l’opportunità di prendere in gestione il «Questa», Marco non ci ha pensato due volte: superati i tortuosi iter burocratici del caso, anche con l’aiuto dell’Ente Parco Alpi Marittime, è quindi diventato uno dei rifugisti più giovani d’Italia. Il suo obiettivo? Mettere a frutto il valore aggiunto che un rifugio come il «Questa», fiore all’occhiello delle Terre Alte, può offrire al visitatore regolare come all’occasionale, curando al massimo l’accoglienza e attuando i necessari interventi di ammodernamento e innovazione strutturale… ma senza mai perdere di vista i valori storici e tradizionali.
“Il rifugio, e la zona del Lago delle Portette, sono incredibili: ci salgo regolarmente fin da piccolo e ho sempre pensato che fosse un luogo fantastico per passare la notte. Siamo lontani dai centri abitati e da qualunque fonte di inquinamento luminoso, per cui quando il sole tramonta cala il buio più pesto. Ciò permette una visione stupefacente del cielo stellato, che già da sola vale la fatica di arrivare fin quassù.”
— Marco